L’opedale S. Giacopo in Augusta detto degli Incurabili fu fondato nel medioevo per volontà testamentaria “pro anima” di Pietro Colonna, in quella che era una zona periferica di Roma.
(oggi la centralissima via del Corso).Una targa dell’epoca ci ricorda ancora l’evento. Il nome in Augusta deriva dal vicino mausoleo di Augusto.
Gli altri due ospedali della Roma medievale che erano S.Spirito in Saxia ed i S. Giovanni in Laterano rifiutavano sistematicamente i malati in lunga degenza e Giacomo Colonna nipote di Pietro intendeva riscattare la casata dalla scomunica per lo “schiaffo di Anagni” .
L’ospedale si trovava poco lontano da quello che era lo scalo fluviale di ripetta sulle rive del Tevere, così poteva facilmente approvigionarsi di viveri e medicinali.
L’ospedale si trovava poco distante dalla porta Flaminia (Piazza del Popolo) dalla quale arrivavano molti pellegrini stanchi e sfibrati da lunghi viaggi.
Nel 1500 l’ospedale sancisce la sua pecuriarità rivolta agli incurabili di ogni classe sociale e sesso, e fu stabilita la gratuità delle cure.
L’ospedale si specializzò nella cura del “Morbo Gallico” o “mal francese” cioè la sifilide,che all’epoca veniva curata con il mercurio versato direttamente sulle ferite, che effettivamente sembravano migliorare
Ben presto i pazienti iniziarono a morire per quello che oggi sappiamo essere avvelenamento.
Abbandonata la cura a base di mercurio la sifilide iniziò ad essere curata con il “legno santo” una pianta esotica e l’ospedale divenne quello che oggi definiremmo un centro ospedaliero di riferimento internazionale .
Nel ‘500 il cardinal Anto Maria Salviati destinò un fondo cospiquo e donò l’edificio alla città di roma con il vincolo perpetuo di destinazione ospedaliera.
Nella prima parte ottocento l’ospedale ebbe una drastica decadenza ed i pazienti erano affidati alle cure caritatevoli di volontari.
Successivamente divenne però una scuola di specializzazione chirurgica, laboratorio chimico , museo anatomico.
Durante le guerre diventa ospedale militare.
Nel 2008 l’ospedale viene chiuso definitivamente.
Alla chiusura l’ospedale disponeva di 170 posti letto,ed il piano PEIMAF per l’afflusso massiccio di feriti, l’unico nel centro di Roma