Dopo sessant’anni di chiusura riapre, la Domus Transitoria, la prima casa di Nerone sul Palatino.
La domus fu edificata all’insegna del lusso più sfrenato tra il 60 e il 64 d.C. Aprirà al pubblico a settembre come annunciato dalla soprintendente ai beni archeologici di Roma Anna Maria Moretti
La Domus Transitoria è del tutto sconosciuta. Ebbe vita breve, perché dopo l’incendio del ’64, Nerone fece costruire la Domus Aurea sul suo impianto che si estendeva dal Palatino al Colle Oppio. Poi, la damnatio memoriae ha fatto il resto.
Scendendo nel ventre del Palatino, quello che si coglie è l’opulenza degli ambienti. I pavimenti sfoggiano tarsie marmoree in opus sectile, mentre nelle volte si scorgono tracce di scene affrescate, rivestite di foglie d’oro, lapislazzuli e paste vitree. Ma su tutti spicca il pulpito della frons scaenae, un ninfeo con funzione di teatro ornato di colonnine in marmo colorato. Di fronte si erge il padiglione sostenuto da colonne in porfido dove Nerone amava sdraiarsi.
Come la luce, l’acqua qui giocava un ruolo da protagonista, a testimoniare che la struttura fosse uno specus estivo dove Nerone trovava refrigerio dal caldo estivo