I nostri Tours

Scegli fra le nostre proposte di Itinerario e contattaci per informazioni su tariffe e dettagli

La crisografia è l’arte di raffigurare con l’oro nel vetro.  Al mondo non esistono più di 12  pezzi  noti. 

Alcune crisografie si trovano nei musei come i Musei Vaticani, il British Museum, il Museo Archeologico Arezzo, altre si trovano nelle Catacombe.

Si tratta di oggetti prodotti per una élite economica. 

Il vetro per gli antichi era un metallo, nell’antichità  veniva lavorato a matrice, colato in stampi, veniva levigato con materiali abrasivi anche  se era difficile lavorare il vetro in questo modo perché si rischiava di romperlo. 

Il vetro era quindi considerato un materiale pregiato!

Centri di produzione del vetro erano Alessandria, Rodi, Atene. 

Nel mondo antico non si era in grado di fare delle forme chiuse di vetro come bottiglie o barattoli. Il cambiamento avviene nel I sec a.C quando si inventa la soffiatura. La tecnica rivoluzionaria si svilupperà in ambito siro-palestinese. Si comprese  che una bolla d’aria intrappolata in un pezzo di vetro si dilata, nacque così l’idea di soffiare dentro il vetro. 

Il Bolo può inoltre essere soffiato dentro una matrice! Con questa invenzione si poteva produrre molto materiale con pochi strumenti, ed il vetro utilizzato era molto meno. 

L’invenzione del vetro soffiato fu una grande rivoluzione, anche se  perse di valore. Cambiò così radicalmente la percezione del vetro, fino al punto che,  nelle tavole suntuose era mal visto perché questo materiale si trovava anche nelle tavole dei poveri.

Il vetro era particolarmente adatto al cibo e medicinali. 

C’era però una produzione di vetri che rimase legata ai ceti più elevati: le crisografie.

Coppa con Crisografia , Museo Regio Calabria

Le crisografie nascono in età ellenistica, ricordiamo la coppa con crisografia del museo di Reggio Calabria.

 

 

 

 

 

 

 

Medaglione della Croce del desiderio, S Giulia, Brescia.

 

Medaglione della Croce del desiderio di S. Giulia, Brescia. 

Lcroce  conserva al suo interno  una delle crisografie più belle in assoluto.

 I personaggi non sappiamo in realtà chi siano. 

Ad essere rappresentato è un gruppo di famiglia.

Una madre quarantenne mostra orgogliosa i sui due figli, un maschio ed una femmina. Nel gruppo manca il padre. Il padre è probabilmente il committente dell’opera. La funzione di questo oggetto non doveva essere molto diversa dalle moderne foto di famiglia che si tengono sulle scrivanie. Le figure esprimono anche una sensibilità psicologica. Attraverso le acconciature è possibile datare il medaglione. Le mode ieri come oggi danno un preciso indizio sull’epoca in cui fu realizzato. In particolare le acconciature femminili erano sintonizzate sulle acconciature delle imperatrici. La madre ha una tipica acconciatura di tipo tardo severiano.Il mantello presenta un particolare interessante ed è il nodo isiaco, cioè il nodo presente sulla veste nell’iconografia della dea Iside, anche questo rappresenta un gusto dell’epoca .

 Anche nell’acconciatura della figlia troviamo la moda tipica dell’età tardo severiana, una acconciatura mossa, incalamistrata. Questa acconciatura veniva realizzata con ferri roventi. 

Il fanciullo è raffigurato con i capelli corti, imberbe Anche lui rispecchia la moda del suo tempo, in cui gli imperatori hanno perduto la barba ed hanno un look essenziale, capelli corti di derivazione militare. Di grande raffinatezza sono le stoffe realizzate a losanghe e tondi. Alla foglia d’oro si affianca la foglia d’argento, la cromia qui è ottenuta con metalli diversi.

Crisografia, Metropolitan Museum

 

Una delle crisografie più antiche è conservata al Metropolitan. 

L’oggetto nasce per conservare l’effigie di una persona vivente, in ambito domestico, ritrae un giovane in atteggiamento eroico, la foglia d’oro è finemente incisa con effetti di chiaroscuro e di tridimensionalità. 

La crisografia del Metropolitan ha una iscrizione, non sappiamo esattamente cosa indichi. Le ipotesi sono molteplici, dal nome di chi ha realizzato il manufatto al nome della famiglia rappresentata. 

 

 

Crisografia delle Catacombe di S. Panfilo

Crisografia delle catacombe di  S. Panfilo.

Fu trovata  attaccata con la malta in  fondo ad  un cunicolo, questa crisografia era attaccatta al fondo di una coppa.

A partire dal III sec d.C la funzione di questi oggetti cambiò. Queste coppe venivano utilizzate in occasioni particolari: Nozze, ricorrenze di Santi, nascite, ecc 

Dopo la morte venivano riutilizzati come signacoli delle catacombe. Le coppe venivano rotte ma il ritratto rimaneva integro per essere inserito nei cubicoli delle catacombe. Anche se la funzione è cambiata la bottega di provenienza è la stessa  della crisografia di Brescia, non si tratta tuttavia dello stesso maestro perché le crisografia di Brescia è realizzata da un capo scuola, un maestro dalla raffinatezza irragiungibile. 

Gregorio

Questa Crisografia presenta una scritta in latino: Gregorio Bevi-Vivi ed offrilo ai tuoi.

Il marito è rappresentato con il gesto della adlocutio”, cioè le due dita protese, che fu in seguito ereditata nell’iconografia cristiana.

 In fase laica questo è il gesto dell’ oratore di  colui che chiede il silenzio prima di iniziare a parlare. 

La moglie come nel medaglione di Brescia presenta il manto legato con il nodo Isiaco. 

 

 

 

Eusebio Anima dulcis

Crisografia del Celio, Roma

Un’altra crisografia  che porta l’iscrizione  Eusebio Anima dulcis, ci presenta un personaggio carico di spiritualità.

Crisografia del British Museum, un’opera che ha fatto discutere fin dal ‘700, secondo le notizie questo vetro sarebbe stato trovato al Celio (Roma), che era un’area di grandi palazzi aristocratici. 

Gli studiosi da sempre si interrogano su quale sia l’oggetto che l’uomo stringe sotto il braccio che sembra essere una tromba. Sembrerebbe quindi essere un suonatore di tromba. Quell’attributo sembra indicare l’emblema di collegio. 

 

Nella forma della fibula c’è la firma di bottega ed è esattamente uguale a quella di Eusebio, una sorta di marchio di fabrica. 

Fausta

 

Testina di fanciulla, ancora una volta il volto di un’epoca, siamo agli inizi del IV secolo d.C. 

Talvolta questa immagine è stata identificata con Fausta moglie di Costantino. 

Occhi gradi e sopracciglia spesse sono tipiche nelle raffigurazioni di quel periodo. 

 

 

 

Crisografia , Museo Archeologico di Arezzo

 

Crisografia di Arezzo, Questo splendido medaglione, dal punto di vista qualitativo, è nettamente superiore ai precedenti. 

Vi è la ricerca di effetti cromatici, ad esempio la striscia rossa sulla spalla è stata realizzata a pittura. 

Il ritratto che ci riporta al gusto dell’ homus spiritualis, il volto è ascetico, quasi divorato dal tormento interiore. 

La toga indica che siamo di fronte ad un personaggio di rango senatorio, che non vuole farsi raffigurare come un tronfio vincitore.

L’immagine restituisce una introspezione psicologica. 

 

Quasi la totalità delle crisografie è stata trovata in Italia a Roma o nel Lazio . La produzione si dipana nell’arco di un secolo e mezzo dalla fine del II secolo all’inizio del IV secolo d.C. 

Si valuta  possa essere dipesa della produzione di quattro o cinque generazioni di artigiani. Qualche volta le crisografie furono utilizzate per segnare le catacombe. In questo caso  venivano  affogate nella calce e quindi parzialmente deturpate. Per i primi cristiani i cimiteri erano luoghi transitori, i cristiani credevano che i corpi fossero destinati a risvegliarsi. Rimanevano nelle catacombe solo per pochi anni e non c’era bisogno di scrivere il nome sopra, con il tempo il desiderio di riconoscere la tomba dei propri cari si fece sempre più forte. Per questo motivo iniziarono a mettere degli oggetti inseriti con la malta accanto alle tombe dei propri cari, monete, oggetti in osso, ed in alcuni casi una crisografia. Tuttavia le prime crisografie erano utilizzate in ambito domestico proprio come facciamo noi oggi con le foto di famiglia.